Agganciare la quarta rivoluzione industriale, quella digitale, promuovendo una nuova cultura imprenditoriale. E’ l’obiettivo del tour di Ibm nelle città italiane che ieri ha fatto tappa a Modena.
“Basta essere stupidi”, provoca Luca Altieri, direttore marketing del colosso informatico: “in latino stultus significa fermo. Ecco, le aziende italiane devono fare il contrario e muoversi verso la trasformazione digitale”.
Non restare al palo è il monito che arriva da tutti gli ospiti del dibattito “Spazio per la trasformazione digitale” moderato dal direttore di Focus Live, Jacopo Loredan. Un momento di confronto con gli imprenditori emiliani per imparare a crescere all’ombra dell’industria 4.0 moltiplicando il valore delle proprie aziende.
“Il territorio che rappresento è da sempre votato all’esportazione e all’innovazione – sottolinea Michele Bonfiglioli, presidente della filiera Servizi Professionali di Confindustria Emilia – In generale qui tutte le aziende mostrano curiosità verso l’industria 4.0, ma ci sono casi, come quello della Lamborghini, già tecnologicamente avanzati con impianti molto digitalizzati. Quel che bisogna fare è aiutare le imprese a selezionare la tecnologia giusta per il proprio business”.
L’Emilia Romagna da questo punto di vista “è una delle zone più fertili, ma la situazione in Italia è a macchia di leopardo”, chiarisce Altieri: “la trasformazione digitale è maggiormente sviluppata tra le grandi aziende, mentre è un percorso ostico per la piccola e la media impresa. Tuttavia oggi è un gap che si sta riducendo perché la tecnologia è alla portata di tutti con il cloud. Ma c’è ancora molto da fare a livello di sistema paese. Per il quarto anno consecutivo siamo risultati al venticinquesimo posto su 28 per capacità di trasformazione digitale”.
Eppure chi ha puntato sull’innovazione tecnologica ha avuto risultati straordinari. E’ il caso di Pikkart, azienda nata nel 2014, con l’obiettivo di fornire soluzioni innovative attraverso la Realtà Aumentata e l’Intelligenza Artificiale: “noi creiamo software per la manutenzione da remoto – spiega Emiliano Brogi, key account manager – in sostanza consentiamo di inquadrare con il tablet o il telefonino il componente di un macchinario e ottenere subito tutta la storia di quel pezzo, in questo modo di accorciano i tempi e si limita il margine di errore. E quindi aumenta il guadagno”.
E’ il vantaggio dell’interfaccia uomo-macchina: risparmiare e fare più profitti. Una strategia vincente anche per Stefano Linari, amministratore delegato e fondatore di Alleantia e iProd: “noi facciamo un pezzetto della digitalizzazione, l’internet of things: colleghiamo dispositivi industriali, li mettiamo in comunicazione tra loro, addestrando l’intelligenza artificiale a predire i problemi e non solo a risolverli successivamente”.
Gli strumenti utilizzati sono quelli forniti da Ibm che “ha sviluppato tecnologie adatte a tutti i tipi di impresa – puntualizza Ludovica Scarfì, Ecosystemdevelopment manager di Ibm Italia – Ma nel nostro paese solo il 58% delle aziende, e tra queste il 70% sono grandi imprese, ha avviato un progetto di digitalizzazione. Ecco perché noi abbiamo sviluppato metodologie e processi, per aiutarle in questa fase”.
Si tratta di strumenti che migliorano il business, lo perfezionano, riducendo al contempo il numero di errori degli operatori. Ma semplificare l’accesso alle nuove tecnologie non significa ridurre la presenza umana o sostituirla: “bisogna creare le condizioni per lo sviluppo della cultura digitale e adeguare le competenze – afferma Bonfiglioli – ma l’uomo deve restare al centro, le persone devono essere motivate affinché la tecnologia possa diventare patrimonio aziendale”.
L’intelligenza artificiale, rilancia Luca Altieri, andrà a moltiplicare i posti di lavoro: “noi infatti parliamo di intelligenza aumentata perché in grado di potenziare le capacità dell’uomo. A Milano dal 20 giugno, per una settimana, potete venire a toccare con mano la tecnologia: apriremo gli Ibm studios mettendo a disposizione di tutti i nostri strumenti”, quegli strumenti grazie ai quali il futuro è già qui. “Ora però facciamo un salto indietro nel tempo”, invita il direttore marketing di Ibm Italia accogliendo sul palco Umberto Guidoni, il primo astronauta italiano ad essere salito sulla stazione spaziale internazionale. E Guidoni, accompagnato da immagini straordinarie dello sbarco sulla Luna, racconta un’altra Italia, quella che tanta tecnologia e innovazione ha portato nello spazio grazie ad aziende e a scienziati che hanno saputo cavalcare l’onda dell’innovazione.
Video: Il riassunto della serata e le interviste ai protagonisti