La criosfera mondiale, sia alpina che polare, è estremamente sensibile alle variazioni climatiche, tanto che i ghiacciai sono spesso considerati delle vere e proprie sentinelle dei cambiamenti climatici. Il riscaldamento climatico in atto sta avendo un effetto diretto e devastante sullo stato di salute dei ghiacci. Interi sistemi glaciali si stanno riducendo, disaggregando e alcuni, oramai, scomparendo. Con le attuali condizioni climatiche gli scienziati stimano che la gran parte dei ghiacciai delle Alpi al di sotto dei 3600 m di altitudine sparirà entro il 2100 e con essi tutte le informazioni stoccate nei loro strati.
“Le carote di ghiaccio rappresentano un vero e proprio archivio, nel quale vengono registrate moltissime informazioni climatiche ed ambientali tra cui temperatura, umidità e precipitazioni, chimica dell’atmosfera, diffusione di inquinanti organici ed inorganici emessi dalle attività umane”, ha spiegato il glaciologo Jacopo Gabrieli, ricercatore all’Istituto di scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Questi archivi unici e preziosissimi, purtroppo sono messi a serio rischio dal sempre più rapido ritiro dei nostri ghiacciai a causa del riscaldamento climatico globale. Si tratta di un enorme patrimonio culturale, testimone muto della storia della nostra Europa e delle nostre valli alpine che scompare. Proprio al fine di salvaguardarlo, il CNR, assieme ad altri partner internazionali e con il patrocinio dell’UNESCO, sta coordinato e portando avanti il progetto Ice Memory: un programma estensivo di salvataggio degli archivi ambientali conservati nei ghiacciai alpini.