In una società caratterizzata dal progressivo invecchiamento della popolazione, il benessere cognitivo preoccupa e attrae la nostra curiosità. Purtroppo di fronte a malattie cognitive come l’Alzheimer, che sono in drammatico incremento nel mondo, anche in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione mondiale, le terapie farmacologiche si sono spesso rivelate fino ad oggi inefficaci.
Massimiliano Oliveri, professore ordinario di neuroscienze cognitive all’università di Palermo ha spiegato come in attesa di terapie geniche che potranno essere rivoluzionarie, si sta diffondendo la terapia digitale per fornire a pazienti anziani un supporto digitale che permette di affrontare determinate problematiche: già da qualche anno si sono diffuse applicazioni per smartphone che mirano a potenziare nostri funzioni cognitive come la memoria, il linguaggio o l’attenzione. Una ricerca recente ha evidenziato che si possono individuare biomarcatori digitali, in relazione ad esempio a come digitiamo sulla tastiera dello smartphone, tramite i quali si può rilevare l’esistenza di deficit cognitivi. E questo permette, grazie anche alla vasta diffusione degli smartphone, di effettuare un test su una ampia fetta di popolazione.