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23 Maggio 2019

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La parola al front man degli ex-Otago

«Ai nostri concerti ci si commuove, ma si balla anche come pazzi», spiega Maurizio Carucci, voce di una delle band più brillanti del pop italiano, gli Ex-Otago. Sarà lui un testimone dell’accusa nel “Processo all’Homo sapiens” che sarà celebrato sabato 1° giugno sul mainstage di Focus Live. Carucci da anni vive in Val Borbera (in provincia di Alessandria) nella Cascina Barbàn, dove si coltivano in modo naturale uva, verdura, frumento e frutta. Alla vita bucolica alterna la carriera da star: un tour sold out, un album di successo,  Chorochinato, e la presenza nei più importanti  festival estivi.

Secondo lei gli uomini si meritano
il pianeta che abitano?
Gli esseri umani si sono infiltrati in ogni anfratto del Pianeta senza avere nessuna consapevolezza della natura e del territorio. Si comportano da padroni e questo produce grandi danni.

La scelta di vivere in Val Borbera si è rivelata appagante?
Assolutamente sì, vivo con i miei asini, le anatre, le galline, gatti e cani. Coltivo ortaggi e produco vino naturale. Amo sempre Genova, la città in cui sono nato, ma non riesco ad immaginare una vita diversa da quella che sto conducendo.

Come sarà la Terra tra dieci anni?
La consapevolezza delle persone sulle condizioni del Pianeta cambierà quando la Natura lancerà segnali ancora più inequivocabili che non permetteranno a nessuno di voltarsi dall’altra parte parte.

Come sarà il rapporto
uomo-tecnologia nel 2029?
Per molti l’evoluzione tecnologica è come una nuova religione, ma voglio essere ottimista e credere che anche tra dieci anni, dietro le tecnologie più avanzate, ci sarà sempre l’uomo, che in nessun caso può essere sostituito da una macchina.

Gianni Poglio