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18 Ottobre 2019

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Le piante? Fuoriclasse degli esseri viventi

I tempi delle piante sono il più importante dei motivi per cui noi non le comprendiamo. Hanno uno sviluppo molto lento. E noi no.
E’ uno dei momenti più attesi del Festival, la lezione di Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale che considera le piante delle fuoriclasse e, forse, migliori di noi.
“Vorrei partire da lontano: le piante sono gli organismi che guidano questo pianeta” e per dimostrarlo Mancuso mostra la foto della Terra: “guardate i colori, il bianco sono le nuvole, l’azzurro l’acqua, verde la vegetazione. Ecco se non ci fossero le piante non ci sarebbero né acqua né nuvole”.
Il riscaldamento globale, insiste, è causato dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, se scomparissero le piante le temperature salirebbero a un livello tale da far bollire l’acqua facendola evaporare.
“Le piante non sono soltanto la base della vita, ma sono la possibilità che ci sia la vita”, chiarisce Mancuso.
Noi animali, invece, siamo una porzione insignificante del pianeta: lo 0,3 % della biomassa, le piante rappresentano l’85%. Eppure noi non ne abbiamo percezione. E’ sempre stato così.
C’è chi dice che dipenda dalla scarsa capacità di calcolo del nostro cervello, ma resta il fatto che le piante non le abbiamo mai percepite come un nemico e quindi non le abbiamo considerate.
Eppure le piante hanno delle capacità straordinarie. E’ dimostrato che percepiscono le vibrazioni, soprattutto quelle intorno alle frequenze dei 200 Hertz, ovvero il suono di picco dell’acqua corrente, uno dei beni essenziali alla loro sopravvivenza.
Ma anche il concetto di spazio è tutt’altro che estraneo alle specie vegetali. Basta osservare il modo in cui una pianta rampicante percepisce quel che gli sta intorno quando, nelle sue vicinanze, individua un elemento fisico raggiungibile con i suoi rami: mentre cerca di raggiungere l’obiettivo allungando le sue propaggini, si muove, vibra, agita le sue foglie, per poi “calmarsi” a missione compiuta. Hanno molte similitudini con la nostra specie. Ma non non le riconosciamo perché non ci assomigliano: non hanno orecchie, occhi, non camminano. Non sono individui, sono divisibili.
Eppure ci possono insegnare molto. Ma il tempo stringe: “non esiste altra specie che rovina l’ambiente come abbiamo fatto noi”.