Molte volte si pensa alla biodegradazione e alla biodegradabilità di un prodotto come a un processo intrinsecamente “sicuro”, “non tossico”, “senza residui”. In realtà, queste trasformazioni non sono tutte uguali: consumano tempo ed energia, parametri molto variabili che possono dare risultati altrettanto diversi – senza contare l’influenza dell’ambiente circostante. Quando si parla di prodotti biodegradabili, dunque, è importante definire di volta in volta le condizioni ideali per ottenere i migliori risultati possibili, per l’uomo e l’ambiente.
Con Riccardo Ceccato, professore associato presso il dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento, abbiamo parlato di biodegradabilità, partendo dalla plastica e da altri materiali noti perché poco biodegradabili, per arrivare poi a concentrarci su un materiale biologico e dunque, almeno in teoria, perfettamente riciclabile: il legno. È tutto vero?