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23 Maggio 2019

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Un astronauta sull’Everest

È l’uomo delle sfide, ha affrontato le missioni più difficili e continua a sognare progetti ambiziosi. Maurizio Cheli non è soltanto un astronauta: è anche pilota collaudatore, imprenditore, divulgatore scientifico. Ha avuto il privilegio di osservare il nostro Pianeta da mille angolazioni e il suo singolare punto di vista lo racconterà sabato 1 giugno. Si definisce “un appassionato del volo in tutte le sue forme” ed effettivamente è stato prima a bordo dello Space shuttle Columbia, poi responsabile dello sviluppo del caccia europeo Eurofighter Typhoon e successivamente ha progettato diversi velivoli innovativi.

Eppure l’anno scorso ha scalato l’Everest. Perché?
È stata una sfida con me stesso, una promessa che mi sono fatto quando ero nello spazio e scattavo foto del nostro Pianeta: prima o poi ci salirò, mi sono detto. Per molto tempo è rimasto un desiderio, poi tre anni fa ha preso corpo. Dopo una lunga e impegnativa preparazione ce l’ho fatta: ho visto la Terra da un’altra prospettiva.

Ma lei, ce l’ha una missione impossibile nel cassetto?
Sono una persona curiosa per natura. Ho intenzione di volare di nuovo, ma su rotte diverse rispetto a quelle che ho già affrontato. Mi piacerebbe provare il volo suborbitale come quelli sperimentati da Virgin Galactic o da Blue Origin, l’azienda fondata da Jeff Bezos.

Restando invece con i piedi per terra: come vorrebbe vivere tra 10 anni, nel 2029?
Dallo spazio ci si rende conto maggiormente della straordinaria bellezza del nostro Pianeta e dei danni che stiamo provocando. Dobbiamo migliorare la nostra esistenza, certo, ma imparando a rispettare l’ambiente che ci ospita e tutti gli esseri viventi che lo popolano. Ecco, vorrei vivere in un mondo così.

Chiara Raiola